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novità sul termine per la proposizione dei ricorsi in materia di appalti PDF Stampa E-mail
venerdì 09 aprile 2010

di FRANCESCO VOLPE

 

Segnalo la recente pronuncia della Corte di Giustizia, 28 gennaio 2010 - Uniplex (C - 406), che sembrerebbe avere precisato un'importante questione, in materia di decorrenza del termine per la proposizione dei ricorsi in materia di appalti.

 

Essa, infatti, ha stabilito che "l’art. 1, n. 1, della direttiva 89/665 esige che il termine per proporre un ricorso diretto a far accertare la violazione della normativa in materia di aggiudicazione di appalti pubblici ovvero ad ottenere un risarcimento dei danni per la violazione di detta normativa decorra dalla data in cui il ricorrente è venuto a conoscenza o avrebbe dovuto essere a conoscenza della violazione stessa".

 

La pronuncia aggiunge, anche, che "la direttiva 89/665 impone al giudice nazionale di prorogare il termine di ricorso, esercitando il proprio potere discrezionale, in maniera tale da garantire al ricorrente un termine pari a quello del quale avrebbe usufruito se il termine previsto dalla normativa nazionale applicabile fosse decorso dalla data in cui egli era venuto a conoscenza o avrebbe dovuto essere a conoscenza della violazione della normativa in materia di aggiudicazione di appalti pubblici. Qualora le disposizioni nazionali relative ai termini di ricorso non si dovessero prestare ad un’interpretazione conforme alla direttiva 89/665, il giudice nazionale sarebbe tenuto a disapplicarle al fine di applicare integralmente il diritto comunitario e di proteggere i diritti che questo attribuisce ai singoli".

 

Si noterà che il dies a quo non è dato dalla conoscenza dell'atto, ma dalla conoscenza del vizio che lo affligge. Il rilievo di una tale affermazione è talmente ovvio che non trovo necessario indugiarvi. 

 
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