Associazione Avvocati Amministrativisti Veneto Associazione Veneta degli Avvocati Amministrativisti
Cerca >> 
 Ultimo aggiornamento del sito: mercoledì 17 maggio 2017
Home arrow Varie arrow Contributi arrow "L'AVVOCATO VENEZIANO": DIARIO DI UN PROGETTO
Home
Associazione
Elenco associati
Seminari
Contattaci
Documenti
Links
Conferenze ed eventi
modulo iscrizione
Amministratore
"L'AVVOCATO VENEZIANO": DIARIO DI UN PROGETTO PDF Stampa E-mail
giovedì 05 maggio 2011

di Stefano Bigolaro

 

10 ottobre 2009.

La commedia dev’essere bella. Mai sentita nominare. Però Ivone Cacciavillani ha suscitato l’interesse di tutti al seminario di oggi: “Vorrei che fosse riscoperta quest’opera del collega Carlo Goldoni …”. E giù a citarla nei suoi passaggi sulla professione di avvocato, sull’”illibatezza” dell’avvocato.

Bisogna che gli telefoni: credo che fotocopiare qualche copia della sua edizione del 1827, per distribuirla ai nostri iscritti, non sia così complicato.  

***

Bella è bella, trovata su internet e letta d’un fiato. Chissà perché sconosciuta. Forse adatta agli avvocati, che magari all’epoca erano pochi… Chissà poi cosa avrei fatto al posto del protagonista, con il cliente che dubita della lealtà del suo avvocato: avrei rinunciato al mandato; ma l’onore, forse, non consentiva quella via d’uscita.

***

Perché solo agli amministrativisti? Goldoni era avvocato, non era mica un amministrativista. Se interessa gli avvocati, li interessa tutti. Se dobbiamo farla conoscere, deve essere a tutti gli avvocati del Veneto. Anzi, anche a quelli che diventeranno avvocati in futuro!”.

Ma Ivone Cacciavillani lo sa quanti siamo nel Veneto? Quante copie pensa che si possano stampare?

Così non se ne farà niente.

***

Eccolo qui, è un bel volume verde scuro, appena stampato.

L’Ordine di Venezia, le Camere civili e penali, noi amministrativisti: Ivone Cacciavillani li ha convinti un po’ tutti, l’opera è piaciuta.

Giuseppe Scuglia ha vissuto un momento da brivido a Grafica Veneta, con Ivone che gli diceva: “Basta che te struchi el botòn!”. Vai Giuseppe, non hai responsabilità se fai partire le rotative.

***

Dicembre 2009. Portati alla cena di Natale dell’associazione, li ho portati. Distribuiti ai nostri seminari, li ho distribuiti. Ma i libri sono libri, le commedie vanno anche rappresentate.

Da chi si comincia per mettere in scena una commedia? Quanti secoli sono che nessuno la mette in scena?

***

La FITA ne raggruppa un bel po’, di compagnie amatoriali. Ma i costi li hanno anche loro.

A chi può interessare sponsorizzare un progetto così? Alla banche, agli enti pubblici, ai concessionari di macchine?

Vediamo… Certo, se nessuno ti risponde, bisognerà mettersela via.

***

Risponde chi non ti aspetti.

L’identità veneta, esiste anche nelle istituzioni (la Regione, in particolare). E il progetto è valido, gli interessa. Un po’ atipico, ma valido.

Insomma, si parte.

Potranno fare una compagnia apposta per questa commedia, prendere un regista professionista, avere scenari e costumi, mettersi a lavorare seriamente.

Cominciano le prove.

***

Mesi di prove. Non è facile imparare un testo complesso, per una rappresentazione fedele e accurata.

Cena di Natale, un anno dopo: lo dico che c’è qualcuno che sta provando? Lo dico che Francesco Volpe, anche lui ha una parte? E davvero non sto insistendo troppo perché la Chiara Drago si inserisca nella compagnia?

***

Prove: Ivone Cacciavillani è accanto a me che guarda la messa in scena del processo. Era un po’ che ci pensavo a farlo venire.

Certo non è facile per chi interpreta l’avv. Balanzoni: recitare una lunga arringa scritta, con periodi avvocateschi e ampie citazioni latine, mantenendo quel divertente accento bolognese. Ma va bene, si può anche dire “potestàs”…

Ma adesso, come si trova un teatro? Ce ne vorrebbe uno per città, meglio gratis.

Come si trova un pubblico?

***

Il Teatro Goldoni non lo sperava nessuno.

La programmazione è decisa da Alessandro Gassman. Quando andiamo a vederlo, sta provando Marco Paolini. Ottocento e rotti posti, quattro ordini di palchi, la solennità di un grande teatro: mette soggezione.

Davvero si può fare uno spettacolo qui dentro?

Ma l’Ordine di Venezia, con la collaborazione del Comune, lo ha già fatto una volta. L’occasione c’è: dev’essere il destino, come dimostra il nome del teatro.

***

4 maggio 2011.

Quanta gente stasera. Non lo faccio più, non voglio più gestire inviti, prenotazioni, assegnazioni di posti, problemi pratici vari: che c’entra? io faccio l’avvocato.

E poi, e poi qui ora, seduto in platea, ho anche un senso di vuoto allo stomaco.

Si spengono le luci. Vai Alberto …[1]



[1] L’avventura è stata possibile grazie a tantissime persone di buona volontà. A cominciare naturalmente dagli attori, dal regista, dalla compagnia. Sono grato a tutti; ma, se comincio a fare nomi, sono di più quelli che dimentico.

 
< Prec.   Pros. >
Contenuti Multimediali
Associazione Avvocati Amministrativisti del Veneto tutti i diritti riservati